Il diritto all'oblio, nuovi limiti e regole: nota a cura della Dott.ssa
Ilenia Violante
Con
recente ordinanza della S.C. di Cassazione n. 6919 del 20/03/2018 è stata
emesso il seguente provvedimento in materia di “diritto all'oblio”:
“In tema di riservatezza,
dal quadro normativo e giurisprudenziale nazionale ed europeo (artt. 8 e 10,
comma 2, CEDU e 7 e 8 della c.d. "Carta di Nizza"), si ricava che il
diritto all'oblio può subire una compressione, a favore - dell'ugualmente
fondamentale - diritto di cronaca, solo in presenza dei seguenti presupposti:
1) contributo arrecato
dalla diffusione dell'immagine o della notizia ad un dibattito di interesse
pubblico;
2) interesse effettivo ed
attuale alla diffusione dell'immagine o della notizia;
3) elevato grado di
notorietà del soggetto rappresentato, per la peculiare posizione rivestita
nella vita pubblica del Paese; 4) modalità impiegate per ottenere e dare
l'informazione, che deve essere veritiera, diffusa in modo non eccedente lo
scopo informativo, nell'interesse del pubblico, e scevra da insinuazioni o
considerazioni personali;
5) la preventiva
informazione circa la pubblicazione o trasmissione della notizia o
dell'immagine a distanza di tempo, in modo da consentire il diritto di replica
prima della sua divulgazione al pubblico.”
Ma
in cosa consiste il diritto all'oblio?
Il riconoscimento del diritto all'oblio,
prevede che ciascuno individuo abbia la possibilità di chiedere la
cancellazione dei propri dati personali laddove:
- questi non siano più necessari per le finalità per le
quali sono stati raccolti o altrimenti trattati,
-
quando l'interessato abbia ritirato il consenso o si sia opposto al trattamento
dei dati personali che lo riguardano,
-oppure
quando il trattamento dei suoi dati personali non sia altrimenti conforme al
Regolamento Ue 2016/679.
Come anticipato, infatti, a
partire dal 25 maggio 2018 sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati
membri il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection
Regulation) – relativo alla protezione delle persone fisiche con
riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali.
Ciò nasce proprio dall'esigenza di
certezza giuridica unita alla volontà di semplificare le procedure riguardanti
il trasferimento di dati personali dall'Unione Europea verso gli altri Stati,
tutelando maggiormente i dati sensibili dei cittadini dell'Unione.
I punti chiave del Regolamento
GDPR sono i seguenti:
- nuove regole più chiare su informativa e
consenso;
- definizione dei limiti al trattamento
automatizzato dei dati personali;
- indicati criteri rigorosi per il trasferimento
degli stessi al di fuori dell'Ue;
- fissate le basi per l'esercizio di nuovi diritti;
- stabilite norme rigorose in caso di violazione
dei dati (data breach).
Il diritto ad essere dimenticati diventa ancora più urgente nell'epoca
digitale, in cui viviamo, perché a differenza della carta stampata, scrivendo
in un motore di ricerca alcune parole chiavi
è semplice far riaffiorare passate vicende, spesso anche spiacevoli.
Detto ciò, i dati inerenti la vita privata, la sfera sessuale recapiti ed
indirizzi, le informazioni inerenti i
minori e le notizie non veritiere devono essere cancellate immediatamente!
Invece, per gli altri
tipi di notizie, come si può procedere per eliminarne dalla rete?
Innanzitutto, si
ritiene che non debbano essere cancellate le notizie inerenti persone che hanno
ricoperto o ricoprono ruoli pubblici dal momento che l'interesse ad accedere
alle suindicate informazioni prevale sempre rispetto al diritto alla privacy a causa di determinati
fatti storici, di cronaca o giuridici aventi rilevanza pubblica.
In base ad una nota sentenza della Corte di Cassazione del 5 aprile del 2012 n. 5525
per ottenere la cancellazione di notizie riguardanti la propria persona dal web
è possibile seguire tre procedure diverse, rivolgendosi cioè:
1)
all'amministrazione
del sito che ha pubblicato la notizia e chiederne la rimozione affinché elimini
i tag, i nomi o la notizia stessa;
2)
a Google, nel caso in cui l'amministratore della
testata/sito non provveda, affinchè elimini la notizia in questione, ma non è detto
che ciò avvenga nell'immediato dal momento che non vi è alcuna disposizione che
chiarisca dopo quanto tempo una notizia non è più attuale o quando non è più di
pubblico interesse;
3)
al
giudice attraverso la procedura d'urgenza ex articolo 700 del codice di
procedura civile, affinché ordini la rimozione della notizia o comunque
l'eliminazione dei riferimenti alla persona. Con questa procedura, pur non
semplice, nella maggior parte si ha la rimozione dei contenuti e quindi Google
è obbligata a procedere, cancellando la
notizia da tutti i domini sia google.it che google.com. Laddove il giudice non
ravvisi l'elemento dell'urgenza si
dovrà, invece, seguire la più lunga e tortuosa procedura ordinaria.
Le
norme del Regolamento Ue 2016/679 si applicano anche alle imprese situate fuori
dall'Unione europea che offrono servizi o prodotti all'interno del mercato Ue.
Tutte
le aziende, ovunque stabilite, dovranno quindi rispettare le nuove regole.
Imprese ed enti avranno più responsabilità e caso di inosservanza delle regole
rischiano pesanti sanzioni.
Si auspica, infine, che avvenga un'effettiva armonizzazione
della normativa in esame tra i tutti i Paesi membri affinchè non sorgano
contrasti con il Regolamento dal momento che ciascuno Stato abbia la
possibilità di dettagliare le norme contenute nel GDPR in autonomia.